L’atmosfera che pervade chi giunge a Venezia è unica. Il profumo del mare, la città che si specchia nei canali a replicare la propria bellezza, seduce chiunque, come solo lei sa fare. Come in una favola un uomo in maschera, dall'identità misteriosa, passeggia tra storici e leggendari ponti, giunge davanti a suggestivi scorci e panorami mozzafiato, primo tra tutti quello di Piazza San Marco. Alza gli occhi, supera la meraviglia ritmica degli archi delle Procuratie, l'imponente Torre dell'Orologio ed il luogo del potere, il Palazzo Ducale. Cerca ancora. Volge lo sguardo al Leone alato della Basilica di San Marco, simbolo della sua città. Quel leone è San Marco.
L’uomo sale in gondola. Pensieroso, cullato dall'acqua, si sofferma sul ferro di prua simbolo del Canal Grande e i sei sestieri, del cappello del Doge, e appena sotto, del Ponte di Rialto e le isole di Burano, Murano e Torcello. Ricordano in sequenza poetica pizzi, case colorate, il campanile pendente. E ancora, i vetri soffiati e le origini della Serenissima. Di fronte, il simbolo della Giudecca.
Le caffetterie storiche, sotto i portici di Piazza San Marco, pullulano di persone: "Buonasera Siòra Maschera"! Tra una calle e l’altra rivivono le attività della città, da quelle commerciali dei Fonteghi e del Campo la Pescheria, a quelle delle confraternite o "Scuole". D'improvviso i sensi sono rapiti da profumi familiari, Riso e bisi, piatto preparato in onore al Doge. Un morso alla Torta alla Nicolotta evoca le sfide tra Nicolotti e Castellani sul Ponte dei Pugni.
Un tocco di campane, un malinconico sospiro, conducono il prigioniero dal Ponte dei Sospiri verso le buie prigioni a "piombi" o a "pozzi". Prigioni che anche l’uomo ha conosciuto, rinchiuso in una cella con un tetto di lastre di piombo. E quando la visita sembra terminare, Casanova, togliendosi finalmente la maschera, si fa strada tra musei e Forti. Silenziosi, fuori dall'incanto della laguna.